Progetto Architettonico:
Studio Archea Associati
Progetto
Strutturale:
AEI Progetti
Anno:
2012
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CANTINA ANTINORI
Bargino San Casciano Val di Pesa (FI)
Opere di carpenteria metallica per la realizzazione delle scale elicoidali, scale reception e scale uscite di sicurezza, strutture a sostegno rivestimenti in acciaio corten e doghe in cotto
Studio Archea Associati
Descrizione del testo fornita dagli architetti. Il sito è circondato dalle uniche colline del Chianti, ricoperte di vigneti, a metà strada tra Firenze e Siena. Una committenza colta e illuminata ha permesso di perseguire, attraverso l’architettura, la valorizzazione del paesaggio e dell’intorno come espressione della valenza culturale e sociale del luogo di produzione del vino. Gli aspetti funzionali sono quindi diventati parte essenziale di un percorso progettuale incentrato sulla sperimentazione geo-morfologica di un edificio inteso come espressione più autentica di una auspicata simbiosi e fusione tra cultura antropica, lavoro dell’uomo, ambiente di lavoro e ambiente naturale. La costruzione fisica e intellettuale della cantina fa perno sul profondo e radicato legame con la terra, un rapporto così intenso e sofferto (anche in termini di investimento economico) da far sì che l’immagine architettonica si nasconda e si confonda con essa. L’obiettivo del progetto è stato quindi quello di fondere l’edificio e il paesaggio rurale; il complesso industriale appare come parte di quest’ultimo grazie alla copertura, trasformata in un appezzamento di terreno agricolo coltivato a vite, interrotto, lungo le curve di livello, da due tagli orizzontali che lasciano entrare la luce all’interno e offrono a chi si trova all’interno dell’edificio una visione del paesaggio attraverso la costruzione immaginaria di un diorama. La facciata, per usare un’espressione tipica degli edifici, si estende quindi orizzontalmente lungo il pendio naturale, scandita dai filari di vite che, insieme alla terra, ne costituiscono il “tetto di copertura”. Le aperture o i tagli rivelano con discrezione l’interno sotterraneo: gli uffici, organizzati come un belvedere sopra la barricata, e le aree di produzione del vino sono disposti lungo la parte inferiore, e le aree di imbottigliamento e stoccaggio lungo quella superiore. Il cuore appartato della cantina, dove il vino matura nelle botti, trasmette, con la sua oscurità e la sequenza ritmica delle volte in terracotta, la dimensione sacrale di uno spazio nascosto, non per volontà di non essere visto, ma per garantire le condizioni termo-igrometriche ideali per la lenta maturazione del prodotto. La lettura della sezione architettonica dell’edificio rivela che la disposizione altimetrica segue sia il processo di produzione delle uve che scendono (come per gravità) - dal punto di arrivo, alle vasche di fermentazione fino al caveau sotterraneo delle botti - sia quello dei visitatori che invece salgono dal parcheggio alla cantina e ai vigneti, attraverso le aree produttive ed espositive con la pressa, la zona di affinamento del vinsanto, per raggiungere infine il ristorante e il piano che ospita l’auditorium, il museo, la biblioteca, le aree di degustazione e il punto vendita.